La notizia di ieri è che Google ha annunciato di aver acquisito da IBM più di duemila brevetti (2053 per l’esattezza) tra luglio e agosto di quest’anno.
Queste acquisizioni serviranno a Google per incrementare ancora il suo scarso parco brevetti. Fino ai recenti attacchi da parte di Apple, Microsoft, Oracle ed altri.
Google si era sempre un po' estraniata dalla “corsa folle” a brevettare qualsiasi cosa, considerando questo tipo di comportamento anticompetitivo ed una perdita di tempo.
Politica che, visti i recenti sviluppi, purtroppo non è più mantenibile.
Facciamo un breve escursus sui più recenti sviluppi della guerra tra Apple e il mondo Android.
Dopo le recenti vittorie in Germania, dove Apple è riuscita a far vietare la vendita in territorio tedesco di alcuni prodotti chiave Samsung, tra cui il Galaxy Tab, Galaxy S e Galaxy S II, abbiamo casi di attacco da parte di costruttori asiatici nei confronti di Apple.
HTC, prima azienda ad essere stata denunciata da Apple, ha denunciato a sua volta l’azienda di Cupertino per violazione di suoi brevetti. I prodotti Apple coinvolti sarebbero: computer Mac, iPhone, iPad, iCloud e iTunes.
I brevetti che, secondo HTC, Apple starebbe infrangendo riguardano aspetti prettamente tecnologici quali: un metodo per aggiornare un software via wireless, un metodo per trasferire dati da un microprocessore e un chip di supporto, un metodo per memorizzare le impostazioni dell’utente e un metodo per mantenere in contatto continuo un software e un modem radio.
La particolarità di questa azione da parte di HTC però sta nel fatto che i brevetti in questione sono stati passati ad un “prezzo politico” da parte di Google ad HTC, la quale li aveva precedentemente acquisiti da Motorola Mobility e Motorola Solutions Inc, nonché un brevetto di Openwave e due brevetti di HP, precedentemente appartenuti a Palm.
Con l’acquisizione in corso di Motorola da parte di Google, per la cifra di 12.5 miliardi di dollari, l’azienda di Mountain View conta di acquisire un parco di 17.000 brevetti.
Fino ad oggi Google non ha mai utilizzato il suo portfolio di brevetti per denunciare i concorrenti a scopo ostruzionistico, tuttavia, a seguito dell’acquisizione di Motorola, Google ha dichiarato di voler spalleggiare i propri partner, produttori di dispositivi hardware, nella difesa contro gli attacchi legali di Apple.
A questo proposito, Apple ha recentemente ottenuto un’importante vittoria in Germania. L’Alta Corte regionale di Düsseldorf ha confermato una sentenza preliminare emessa un mese fa, che vieta di fatto a Samsung la commercializzazione, all’interno del territorio tedesco, di alcuni suoi prodotti quali Galaxy Tab, Galaxy S e Galaxy S II.
La motivazione principale risiede nel fatto che i prodotti di Samsung siano una copia dei prodotti Apple e ciò comporti confusione nei consumatori. In pratica si sostiene che per esempio un consumatore sia indotto per errore ad acquistare un Samsung Galaxy S quando in realtà vorrebbe acquistare un iPhone.
Samsung ha naturalmente fatto ricorso e, probabilmente, la battaglia giudiziale proseguirà.
Settimana scorsa però Samsung è passata all’attacco denunciando a sua volta Apple.
Questa volta il terreno di battaglia si è spostato dalla Germania in Francia.
L’azienda sud koreana ha denunciato Apple presso la corte distrettuale di Parigi sostenendo che l’azienda di Cupertino utilizzi illegalmente suoi brevetti relativi a tecnologie di riduzione della potenza durante la trasmissione dati, riduzione degli errori durante la trasmissione dati, e tecnologie wireless di comunicazione dati.
Sul fronte Motorola, Apple, attualmente in causa con l’azienda in corso di acquisizione da parte di Google, ha chiesto alla corte di sospendere due cause adducendo la motivazione che la prosecuzione sarebbe uno spreco di risorse visto che, con l’imminente passaggio di proprietà di Motorola a Google, la necessaria indipendenza della prima nella causa sarebbe compromessa.
Citando Ars Technica: “sediamoci e godiamoci lo spettacolo – qualcuno vuole dei popcorn?”.
Seriamente io credo (forse controcorrente) che questa guerra di brevetti sia una cosa buona per i consumatori. Dalla lotta all’ultimo sangue di corporazioni multinazionali enormi, non può (a mio avviso) che scaturire un cambiamento radicale in un sistema che (soprattutto negli Stati Uniti) è sempre meno aderente alla realtà del mondo attuale.
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