24 febbraio 2012

[Android] Ubuntu e il PC dentro ogni dual-core

Quante volte abbiamo sentito pronunciare a sproposito il termine killer app? Questo non è un caso di uso inappropriato del termine: Canonical, la società sviluppatrice della famosa distribuzione Linux Ubuntu, cala l'asso e presenta la propria soluzione per dispositivi Android: una sistema desktop completo e funzionante nel proprio dispositivo mobile, utilizzabile ovunque con schermo, tastiera e mouse esterni.

Ci sono pareri discordanti tra gli utenti Linux, soprattutto di quelli di vecchia data, riguardo a Canonical, la società commerciale fondata dal creatore di Ubuntu, il miliardario Mark Shuttleworth, che si occupa dello sviluppo e della distribuzione di tale sistema operativo.

Ciò che è innegabile però è l'enorme contributo che questa azienda, una Srl per essere precisi, ha dato alla comunità open source producendo quella che è diventata la distribuzione Linux più usata al mondo dagli utenti desktop.


Ubuntu storicamente è basata sul Desktop Environment GNOME, pur mantenendo ufficialmente alcune versioni basate su ambienti differenti: Kubuntu per KDE, Xubuntu per XFCE e via dicendo. Recentemente l'azienda aveva interrotto lo sviluppo della versione KDE, Kubuntu appunto, ormai in stato terminale quanto a contributi, per dedicarsi maggiormente al lavoro su Unity, l'interfaccia basata su GNOME introdotta dalla versione 11.04, un prodotto moderno e orientato decisamente (ma tutt'ora con varie lacune) ai vari concetti di "app" mutuati dalla diffusione dei dispositivi mobili touchscreen.

E proprio nell'ambiente mobile Canonical ha appena calato un vero e proprio asso che potrebbe creare una nuova nicchia di mercato decisamente interessante: anche se ancora non è disponibile, è stata sviluppata ed annunciata dalla società di Shuttleworth la versione di Ubuntu per dispositivi Android.

Non si tratta di una vera e propria ROM o versione cucinata ad hoc del sistema per smart devices di Google: il concept in questo caso è davvero unico: parallelamente al sistema Android (2.3, Gingerbread), immutato e presente come di consueto durante l'uso in mobilità, nel momento in cui il telefono viene collegato ad una docking station - a sua volta collegata ad un monitor e una tastiera standard - avviene uno switch di interfaccia e il telefono si trasforma in una vera e propria Linux Box con distribuzione Ubuntu. In versione desktop.



E non solo: all'interno di Ubuntu l'integrazione con Android permette di utilizzare sullo schermo alcune funzionalità del sistema mobile, come la rubrica dei contatti, il calendario, effettuare telefonate, ricevere e inviare SMS, gestire le foto memorizzate sul proprio smartphone con ShotWell o i video con PiTiVi o ancora riprodurre file audio con RythmBox e interagire con i propri social networks.

L'unica altra differenza realmente importante con la versione "standard" di Ubuntu (attualmente in versione 11.10) è la presenza di Chromium come browser di default in luogo di Firefox.

Come detto, lato software Ubuntu for Android necessita di Android 2.3 Gingerbread. I requisiti necessari al sistema hardware sottostante, invece, sono più importanti: un processore dual-core ARM da almeno 1 GHz, una GPU con supporto a OpenGL e kernel con driver video disponibili per il server X.org; 2GB di spazio libero per l'installazione vera e propria del sistema, uscita HDMI (obbligatoria per il collegamento video), funzionalità di USB Host e 512 MB di RAM.
Tutto sommato non è niente di trascendentale, essendo specifiche presenti ormai in quasi tutti gli smartphone di fascia media/alta.

Ad ogni modo, probabilmente le parole non bastano per descrivere le potenzialità di questa "trovata" di Canonical: pur non essendo un sistema operativo nativo e dedicato sul singolo dispositivo come lo stesso Android, può essere davvero una risorsa preziosa soprattutto per utenti a cui non servono particolari capacità di calcolo. Passare dalla propria casa all'ufficio, all'abitazione della fidanzata eccetera, avendo il proprio computer sempre disponibile, in qualsiasi momento. Non un ibrido o una soluzione "monca", come in tutti i casi sono i Chromebook o i vari tablet/Asus Transformer: stiamo parlando di una distribuzione desktop, completa.

Pensiamo a un docente universitario: con il proprio smartphone attaccato al monitor in casa prepara le slide per la lezione del giorno dopo; il mattino prende il proprio telefono (non deve pensarci appositamente, si tratta di un oggetto che è comunque sempre con lui), arriva in università e lo collega al proiettore in aula per iniziare la propria giornata lavorativa. Finite le ore di lezione, riprende il suo dispositivo e si trasferisce nel proprio studio, dove riprende il lavoro lasciato in sospeso la sera prima, a casa...

Le differenze sono piccole, ma numerose, rispetto alle varie combinazioni notebook + netbook + home server + tablet (eccetera) che attualmente molti di noi usano per essere sempre produttivi: Canonical rischia di aver messo in piedi qualcosa di davvero innovativo (ed utile).

Ma come dicevo, forse le parole non sono sufficienti per farvi capire che Ubuntu for Android potrebbe essere un prodotto veramente incisivo: quindi, eccovi il video dei ragazzi di OMG!Ubuntu per presentare questo coming soon:


Ubuntu for Android, in tutti i casi, non è ancora disponibile liberamente: per ora i produttori che volessero integrare Ubuntu nei propri dispositivi possono già farlo contattando direttamente Canonical.

Nel frattempo, fateci sapere cosa pensate di questa novità all'orizzonte: personalmente, mi permetto di dire non vedo l'ora di avere tra le mani questo prodotto.

Via | Ubuntu official site

Nessun commento:

Posta un commento