Il regolar tenzone inizia due anni fa, nel 2010, quando Motorola lancia l'offensiva contro l'azienda di Cupertino con una denuncia per violazione di svariati brevetti Motorola da parte di Apple: si parla soprattutto di connettività e brevetti legati alle tecnologie 3G, GPRS e sensori di prossimità. L'elenco parla di 18 brevetti presunti come violati.
Nonostante Motorola stessa fosse impegnata proprio in quei giorni in una causa intentatale da Microsoft, partono le richieste ai tribunali dei distretti del North Illinois e Southern Florida. La risposta di Apple non si fa ovviamente attendere e, come se la situazione non fosse già abbastanza confusionaria, rilancia accusando Motorola di aver a sua volta utilizzato nei propri dispositivi tecnologie già brevettate nel campus della Mela; il numero delle patents tirate in ballo è in questo caso di ventiquattro.
Il commento di Scott Onsel, vice presidente senior di Motorola:
"Siamo felici per l'esito favorevole di venerdì per Motorola Mobility [...] Abbiamo lavorato duramente nel corso degli anni per sviluppare le nostre tecnologie e costruire un portfolio di brevetti leader del settore. Siamo fieri di sfruttare questo ampio e profondo portfolio per creare nuove innovazioni che migliorino la user experience."
Come abbiamo già detto, si tratta di una battaglia vinta. Una sola, piccola, battaglia, in uno scenario campale che sembra, purtroppo, non avere intenzione di arrivare a delle conclusioni in tempi ragionevoli, uno scenario che vive di regolamenti di conti, forse cinematografici, ma adatti a film scadenti, tuttavia.
Un brevetto dopo l'altro, le grandi compagnie tentano in questo solo modo di rivaleggiare, snaturando il concetto di concorrenza in favore di uno sterile accapigliarsi brandendo la proprietà intellettuale come un pretesto invece che un mezzo per primeggiare in un mercato relativamente stagnante.
Questa situazione vive alla giornata, con Apple che, dopo aver perso in Dicembre una causa proprio contro l'azienda di Schaumburg, Illinois, in cui un tribunale tedesco ha rimandato al mittente la presunta violazione brevettuale, ha vinto un'altro processo, questa volta contro i taiwanesi di HTC.
A quanto pare, il prossimo decennio per l'elettronica in mobilità dipenderà terribilmente dagli esiti di questi duelli sui brevetti. Oppure no?
Via | Ars Technica
Nessun commento:
Posta un commento