4 maggio 2012

[Google] Microsoft, Bing e i deja vu

Microsoft ha recentemente aggiornato la veste grafica di Bing, il motore di ricerca che l'azienda di Redmond aveva lanciato ormai 3 anni fa, acquistando un progetto italiano e che secondo rumors, non confermati, sarebbe in procinto di essere venduto a Facebook.


Fin qui nulla di strano, sebbene Microsoft non sia famosa per dedicare attenzione eccessiva alla UI dei propri siti. Tuttavia un'approfondita indagine condotta da 9to5Google ha portato alla luce alcune lievi similitudini tra il layout dei risultati di Bing e quello del motore di ricerca di Google. Un gruppo di giornalisti d'inchiesta del sito ha avuto la geniale intuizione di recarsi su questa pagina, a cui normalmente nessun internauta accede, per verificare di persona l'esistenza di inquietanti somiglianze.


Effettivamente si può notare dalle immagini come l'estetica di Bing richiami indirettamente quella di Google, con i risultati in blu, i siti in verde, la spaziatura, l'allineamento a sinistra, con colonna di raffinamento della ricerca. Tuttavia è evidente come la posizione delle ricerche correlate sia diversa, così come le voci evidenziate nel raffinamento della ricerca sono in nero e non in arancione.

Si tratta quindi di un caso di plagio? Noi di Googlab non ci vogliamo credere. Noi riteniamo siano pure coincidenze. Chi insinua diversamente è complice di un complotto ordito ai danni di Microsoft, da sempre azienda scomoda ai governi che di nuovo viene boicottata e diffamata per essere messa a tacere. Noi non ci stiamo, la verità è che i designer di Bing sono arrivati a questo risultato con un processo autonomo ed indipendente. Il fatto che il risultato finale sia identico a quello del leader di mercato che ad oggi monopolizza quasi totalmente il settore della ricerca, è solo un segno che i ragazzi del team sono dotati e sono riusciti con meno mezzi a compiere lo stesso lavoro di ricerca, design e sviluppo di quelli di un colosso come Google e vanno per questo apprezzati. Senza contare che Bing sta per "Bing Is Not Google" e se avessero davvero voluto copiare, avrebbero come minimo dovuto cambiare il nome, rischiando altrimenti di cadere in un paradosso logico che avrebbe potuto far crashare l'intero internet.

Quanto scritto fino ad ora è una solenne presa per i fondelli. Microsoft ancora una volta dimostra di non avere un minimo di decoro ed un'ottusità di fondo. Il problema di Bing è che i risultati restituiti spesso e volentieri sono totalmente scorrelati da ciò che si stava cercando. Il punto debole non è la forma, è la sostanza. Google ha un decennio di vantaggio sulla concorrenza ed è un divario incolmabile. Il tentativo di Microsoft di ripiegare su un arricchimento della forma sembra un tentativo disperato per rosicchiare fette di utenza ma non fa altro che confermare la superiorità assoluta del motore di ricerca di BigG.

Via | 9to5Google

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