Continuiamo a parlare di sicurezza con l'introduzione di piccole aggiunte a Gmail volte ad aumentare la trasparenza in relazione ai mittenti dei messaggi.
Queste piccole policy hanno lo scopo di migliorare la consapevolezza dell'utente nei confronti di messaggi cosiddetti di phishing.
Il phishing è una forma particolare, e particolarmente pericolosa, di spam in cui il mittente di un messaggio email (spammer) cerca di ingannare il destinatario per indurlo a compiere un'azione, di solito cliccare su un link oppure loggarsi in un finto sito di servizio per rivelare i propri dati.
Il phising è una forma molto subdola di frode che ha a che fare con le tecniche del social engineering.
Chissà a quanti di voi sarà capitato chissà quante volte di ricevere un'email da qualcuno che si spacciava per una banca e vi invitava a raggiungere il sito della banca (fraudolenta) per sistemare un problema (immaginario) con il vostro conto.
Normalmente un utente smaliziato si accorge all'istante -senza nemmeno aprire il messaggio- del tentativo di phishing.
Purtroppo però quando si parla di grandi numeri, come i milioni di persone iscritte a Gmail, la possibilità che molti di questi tentativi di frode vadano a segno non è poi così remota.
Per questo motivo Gmail ha introdotto nuove regole per l'identificazione dei mittenti di una email.
Di default ora, quando un'email non proviene da uno dei vostri contatti della rubrica, viene mostrato accanto al nome del mittente anche l'indirizzo email completo, senza che sia necessario mostrarlo tramite il pulsante mostra dettagli.
Come forse saprete Gmail ha un sistema di riconoscimento automatico dello spam estremamente avanzato. Ora per ogni messaggio sospettato di essere un tentativo di phishing, Gmail mostrerà un avvertimento e un invito a segnalare il messaggio come spam.
Certe volte può capitare che messaggi provenienti da mittenti sconosciuti siano del tutto leciti. E' questo per esempio il caso di articoli condivisi attraverso altri siti, come per esempio i servizi di condivisione di siti di quotidiani.
In questo caso Gmail mostrerà direttamente l'indirizzo del mittente del messaggio più il nome del sito web da cui proviene la condivisione.
Queste piccole policy hanno lo scopo di migliorare la consapevolezza dell'utente nei confronti di messaggi cosiddetti di phishing.
Il phishing è una forma particolare, e particolarmente pericolosa, di spam in cui il mittente di un messaggio email (spammer) cerca di ingannare il destinatario per indurlo a compiere un'azione, di solito cliccare su un link oppure loggarsi in un finto sito di servizio per rivelare i propri dati.
Il phising è una forma molto subdola di frode che ha a che fare con le tecniche del social engineering.
Chissà a quanti di voi sarà capitato chissà quante volte di ricevere un'email da qualcuno che si spacciava per una banca e vi invitava a raggiungere il sito della banca (fraudolenta) per sistemare un problema (immaginario) con il vostro conto.
Normalmente un utente smaliziato si accorge all'istante -senza nemmeno aprire il messaggio- del tentativo di phishing.
Purtroppo però quando si parla di grandi numeri, come i milioni di persone iscritte a Gmail, la possibilità che molti di questi tentativi di frode vadano a segno non è poi così remota.
Per questo motivo Gmail ha introdotto nuove regole per l'identificazione dei mittenti di una email.
Di default ora, quando un'email non proviene da uno dei vostri contatti della rubrica, viene mostrato accanto al nome del mittente anche l'indirizzo email completo, senza che sia necessario mostrarlo tramite il pulsante mostra dettagli.
Certe volte può capitare che messaggi provenienti da mittenti sconosciuti siano del tutto leciti. E' questo per esempio il caso di articoli condivisi attraverso altri siti, come per esempio i servizi di condivisione di siti di quotidiani.
In questo caso Gmail mostrerà direttamente l'indirizzo del mittente del messaggio più il nome del sito web da cui proviene la condivisione.
Possiamo stare più tranquilli ora?
No. Come sempre il miglior sistema di prevenzione è l'attenzione a ciò che facciamo, ma di sicuro strumenti come questi aiutano.
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