La strada affinché Motorola diventi a tutti gli effetti Google è naturalmente molto lunga, come è naturale aspettarsi in questi casi.
Fin da subito però si erano rimbalzate, tra i vari commentatori della rete, speculazioni circa le motivazioni che avevano spinto Google ad acquisire Motorola.
In primis di sicuro i brevetti. Google stessa aveva subito dichiarato che questa mossa spettacolare aveva come principale obiettivo quello di proteggere l'ecosistema Android dagli attacchi sempre più violenti dei concorrenti.
Tuttavia in molti si erano chiesti se l'acquisizione di Motorola fosse il preludio ad una discesa in campo diretta di Google nel comparto dei dispositivi mobili.
L'intento di Google è quindi quello di seguire le orme di Apple e produrre direttamente dei suoi dispositivi ufficiali? Magari chiudendo sempre di più le maglie della personalizzazione della piattaforma Android da parte dei produttori?
Da quanto ha dichiarato (anche in modo piuttosto sanguigno) Eric Schmidt a Blomberg TV sabato scorso, pare proprio di no.
"The Android ecosystem is the No.1 priority, and that we won't do anything with Motorola, or anybody else, by the way, that would screw up the dynamics of that industry. We need strong, hard competition among all the Android players. We won't play favorites in the way people are concerned about."
Tradotto in italiano questo estratto dice esattamente che l'ecosistema Android è la priorità nr. 1 di Google, e che loro non farebbero mai niente per rovinare (in modo colorito) le dinamiche di questo sistema. Google ha bisogno di una forte e dura competizione tra tutti coloro che adottano Android. Google non farà nessun favoritismo del tipo che fa preoccupare le persone.
Come potete leggere una dichiarazione forte e chiara da parte del presidente di Google circa il modo in cui la società di Mountain View vuole giocare la partita Android.
Schmidt ha anche ribadito che lo scopo dei 17.000 brevetti acquisiti da Motorola è di servire da scudo per l'intera comunità di produttori di dispositivi Android.
Effettivamente per chi conosce Google, una mossa come quella di chiudere Android ed arrogarsi il diritto di produrre (tramite Motorola) i soli dispositivi first class, stona a dir poco con la storia della società.
Google ha sempre voluto essere sulla cresta dell'onda, leader di settore se vogliamo, questo si. Però lo ha sempre fatto con il fine di coinvolgere entità di terze parti (aziende e singoli individui) nella propria piattaforma, in un modo così geniale da garantire profitti e successo in modo proporzionale per tutti i "partecipanti al gioco".
Ovviamente nella storia di una società non si può mai dire. La cultura aziendale, anche quella molto forte come quella di Google, cambia con il passare degli anni, dei mutamenti industriali e sociali, e l'avvicendarsi delle persone.
In Google questo sta certamente avvenendo e Google+ ne è un esempio eclatante.
Tuttavia la società mostra ancora una forte coesione ai suoi principi, forte probabilmente del fatto che i fondatori, Larry Page e Sergey Brin, lavorano tuttora in azienda.
Come sempre non possiamo fare altro che stare a guardare come si svolgeranno gli eventi.
Via | Blomberg
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