A due anni di distanza Google Code introduce un nuovo strumento dedicato a rendere la vita degli sviluppatori un po' più semplice.
Questa è la volta del CSS.
I CSS, o Cascading Style Sheets, sono nati nel 1996 con lo scopo di definire la formattazione di una pagina web, tenendo questa parte separata dalla programmazione HTML.
Per quanto utili però i CSS non possono certo essere definiti eleganti e violano infatti uno dei principi cardini del buon sviluppo software: il principio DRY o "don't repeat yourself" o DIE "duplicate is evil" o ancora SPT "single point of truth".
Se per esempio un colore viene usato in diverse classi del foglio di stile esso deve necessariamente essere copiato e incollato diverse volte perché il CSS non ha il concetto di variabile.
Inoltre se c'è un valore in un foglio di stile che è derivato da altri valori non c'è modo di esprimerlo perché il CSS non possiede il concetto di funzione.
Ogni blocco che contiene proprietà simili deve essere ripetuto più e più volte, cosa che naturalmente contribuisce ad avere un codice caotico, poco leggibile e difficile da manutenere.
Per mettere per così dire una pezza a queste carenze del CSS, il team di Google Code ha appena rilasciato Closure Stylesheet, un'estensione al CSS che aggiunge variabili, funzioni, condizioni e mixin al CSS standard.
Vediamo un esempio di definizione di variabili (e variabili a partire da altre variabili) da utilizzare più volte.
@def BG_COLOR rgb(235, 239, 249); @def DIALOG_BORDER_COLOR rgb(107, 144, 218); @def DIALOG_BG_COLOR BG_COLOR; body { background-color: BG_COLOR; } .dialog { background-color: DIALOG_BG_COLOR; border: 1px solid DIALOG_BORDER_COLOR; }
L'add-on può essere scaricato come Java jar e necessita Java per essere avviato.
Questo tool porta una ventata d'aria fresca nel caos del CSS.
Se siete sviluppatori di siti web fateci sapere cosa ne pensate di questo utile, a nostro avviso, strumento.
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