22 febbraio 2012

[Google] La privacy e il diritto di essere dimenticati


In un documento del 25 gennaio chiamato Riforma della protezione dei dati nell’UE – Più tutele per i singoli, meno costi per le imprese la Commissione Europea propone una riorganizzazione globale della normativa in materia di privacy mirante ad aggiornare e modernizzare i principi sanciti dalla direttiva del 1995 sulla protezione dei dati personali.


Tra gli altri cambiamenti proposti, l’introduzione nel corpus legislativo del concetto di diritto all’oblio che permetterà di "gestire meglio i rischi connessi alla protezione dei dati on line: chiunque potrà cancellare i propri dati se non sussistono motivi legittimi per mantenerli."

Naturalmente anche Google si trova tra le aziende che saranno interessate dalla riforma e attraverso il suo consulente legale per la privacy, Peter Fleischer, diffonde il suo punto di vista ufficiale in proposito. 
Vi si afferma dunque che la nuova proposta di legge comprende anche concetti già incorporati nella filosofia Google di principi e pratiche di privacy: maggiore trasparenza, volontà di fornire informazioni chiare agli utenti e dare loro la possibilità di agire nelle scelte sulla privacy, tra cui l’opzione di rimuovere i dati.

Per quanto concerne più specificamente il "diritto di essere dimenticati" si legge nel report ufficiale: 
“Siamo favorevoli ai principi alla base del diritto di essere dimenticati e crediamo che sia possibile implementare questo concetto in modo non solo da migliorare la privacy online, ma anche favorire la libertà di espressione per tutti.”
Ma secondo Google bisogna operare una importante distinzione tra fornitori di servizi web che ospitano contenuti creati dagli utenti (come Facebook e Youtube) e altri provider di servizi che indicano agli utenti contenuti situati altrove (come fanno i motori di ricerca, quindi Google, Bing, Yahoo, ecc). 

I diritti degli utenti sulle piattaforme di hosting:
L’idea che soggiace al diritto di essere dimenticati è che l’utente di una piattaforma di hosting dovrebbe avere pieno controllo, inclusa la possibilità di cancellare dati pubblicati intenzionalmente. Ciò significa che un utente dovrebbe essere in grado di eliminare sia un singolo post (o foto o video) da esso caricato sulla piattaforma, sia di eliminare del tutto il proprio account così da eliminare tutti i materiali che aveva pubblicato e che sono stati archiviati in quell’account.

Gli obblighi delle piattaforme di hosting nei confronti degli utenti:
Le piattaforme di hosting sono obbligate a prendere atto tempestivamente delle richieste di cancellazione degli utenti, tanto più nel caso di quelle richieste che giungano in seguito ad eventuali compromissioni degli account.

Tuttavia ci sono dei limiti pratici e giuridici a quello che ci si può aspettare da una piattaforma di hosting:
  • Qualsiasi materiale pubblicato può venire copiato e ripubblicato altrove, e ovviamente ciò esula dalle responsabilità della stessa piattaforma. 
  • Se cancellare del materiale comportasse un rischio per la sicurezza della piattaforma, oppure il favoreggiamento di una frode, è evidente che tale richiesta non potrebbe essere accolta da parte del fornitore del servizio. 
  • O anche, sorgono dubbi sul comportamento da tenere nei casi in cui la cancellazione riguardi contenuti creati in modo collaborativo (wiki, blog collettivi...). 
  • Inoltre la piattaforma di hosting, così come il servizio postale non è responsabile del contenuto delle lettere che smista, non può assumersi responsabilità sui contenuti pubblicati da terzi, cosa del resto sancita dalle normative sul commercio elettronico.
I motori di ricerca:
I motori di ricerca assolvono a una funzione fondamentale e il diritto all’oblio non dovrebbe interferire con la loro capacità di orientare i consumatori alle informazioni pubblicate altrove. Dal canto loro, i motori di ricerca devono rispettare gli standard, es. meta tags e files robot.txt, con i quali i siti web forniscono loro le indicazioni per essere esaminati e indicizzare determinate pagine. Il motore di ricerca ha il dovere di riflettere i cambiamenti nel web, per esempio pagine o siti non più online, ed aggiornare a mano a mano i suoi indici per fornire un servizio efficace.

Tutti i motori di ricerca dovrebbero fornire ai webmaster uno strumento per velocizzare la rimozione del loro sito dai risultati delle ricerche. Per quanto riguarda la responsabilità fondamentale delle informazioni, essa è attribuibile all’editore delle stesse, configurando il provider dei servizi soltanto un mezzo, un veicolo delle informazioni.
             
In definitiva, secondo Google, la responsabilità finale per la cancellazione di contenuti pubblicati online spetta alla persona fisica o giuridica che li ha pubblicati

Il ruolo dei provider consiste nell'archiviare informazioni per conto di chi carica i contenuti, pertanto non hanno alcun diritto di cancellare i dati; allo stesso modo, i motori di ricerca indicizzano ogni informazione pubblicamente disponibile per renderla reperibile. Il loro rapporto con il contenuto originale è indiretto.

Il nuovo corpus di leggi, che entrerà in vigore dopo due anni dal termine dell’iter legislativo, prevede per i trasgressori, ossia  le aziende che non rispetteranno i nuovi termini di legge, sanzioni fino all’1% degli introiti globali.

Via | Google policy Europe

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