Rubin ha affermato davanti al pubblico e ai giornalisti che non solo Android e Motorola sono al momento completamente distinte e separate, ma anche che egli stesso "non ha la minima idea di chi sarà a capo di Motorola" una volta che il processo di acquisizione della compagnia sarà andato a buon fine. Nonostante abbia caldeggiato la fusione, il responsabile di Android sostiene che il suo team viene tenuto del tutto distanziato dalle attività di Motorola (la quale a quanto pare continuerà a produrre telefoni brandizzati Motorola) e che Google ha letteralmente innalzato una sorta di firewall tra il suo team e il loro.
Andy Rubin a MWC2012 di Barcellona |
Ma secondo Rubin la natura open di Android gli "rende difficile fisicamente avvantaggiare qualcuno in particolare". Inoltre Rubin ha puntualizzato che Motorola non è abbastanza grande in termini di market share rispetto ad altri costruttori del mondo Android, per cui sarebbe arduo per Google avvalersene per dominare altre compagnie e che "nemmeno in un momento di pazzia si potrebbe arrivare a concepire come realizzabile l'idea di portare Motorola a più del 90% di market share" considerata la vastità dei rivenditori Android.
Certamente i vertici di Google sono liberi di prendere le decisioni strategiche che meglio credono, e non c'è motivo di dubitare del fatto che tutti i partner di Android continueranno a ricevere un trattamento uguale, ma allora viene spontaneo chiedersi perché spendere 12,5 miliardi di dollari in una azienda di hardware per farla funzionare sotto le sue possibilità. Davvero solo per poterne acquistare i brevetti?
Via | The Verge Foto | iPadssdvisor
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